Durante la pausa agostana ho voluto cercare se c’era qualche libro che parlasse di birra, raccontandomi fatti e aspetti che ancora non conosco. Allora ho navigato un po’: dopo poco però mi stavo già stancando, perché mi proponevano soltanto testi che parlavano dei vari tipi di birra, di come versarla, quali cibi accostare e similari; insomma, tutte notizie che già so. Finalmente, dopo alcune pagine di Google, inizio a leggere qualcosa di veramente interessante: scopro infatti che nomi molto altisonanti della letteratura erano innamorati persi della nostra amata birra. E l’amore per la spumeggiante bevanda faceva fare loro azioni bizzarre.
Bohumi Hrabal, ad esempio, che è il più importante scrittore cecoslovacco del secolo scorso, scriveva parti delle sue opere al tavolo delle osterie, bevendo birra. Ma non solo: tale era il suo amore per la stessa che si fece seppellire in una bara di quercia con sopra inciso “Pivovar Polnà”, che non è altro che il nome di una fabbrica di birra, dove sua mamma e suo padre si incontrarono; diceva infatti di considerarsi un vero e proprio prodotto della birra!
Anche Shakespeare si dice ne bevesse in quantità e che si divertisse a nominarla anche nei suoi testi: la troviamo infatti citata ne Il sogno di una mezza estate, ma, soprattutto, nel drammatico Amleto: un paggio di Falstaff, infatti, preso da sconforto durante una guerra in Francia pronuncia queste fatidiche parole: “Ah, come mi vorrei trovare a Londra, in una birreria! Sarei disposto a barattare tutta la mia gloria per un gotto di birra e la pellaccia!”
Inoltre, sono assai noti questi versi di Goethe, che ben fa capire la predilezione che anch’esso aveva per la birra: “Conoscere i luoghi, vicini o lontani, / non vale la pena, non è che teoria; / saper dove meglio si spini la birra / è pratica vera, è geografia!” Direi che non posso che dargli ragione!
Infine, un’ultima curiosità, proveniente però da un autore ben più antico di quelli citati finora: Caio Plinio il Vecchio, scrittore dell’antica Roma. L’intellettuale ci fa sapere innanzi tutto che le birre conosciute allora erano soltanto di due tipi, la zythum e la cerevisia; la notizia interessante, però, è che mentre in Spagna, Francia ed Egitto le si bevevano in gran quantità, a Roma, invece, erano utilizzate soprattutto come cosmetico per le donne, per la pulizia del viso e come nutrimento per la pelle. Che spreco!
E voi, conoscete altre storie curiose sulla birra?