Ciò che differenzia la birra agricola, ed in particolare Birra Fria, da una qualsiasi birra artigianale è la cosiddetta “filiera dell’orzo”. La filiera dell’orzo è il percorso che l’orzo compie dal momento della semina fino al suo utilizzo in birrificio. Tutto ha inizio in autunno quando il birraio-agricoltore prepara il terreno alla semina attraverso varie operazioni: aratura, prima fresatura, prima concimazione e seconda fresatura. Successivamente alla semina dell’orzo distico avviene una seconda concimazione dopo la quale bisogna armarsi di pazienza ed attendere che il sole faccia il resto. Al momento della trebbiatura il raccolto viene conferito al Maltificio COBI, il quale riunisce più di 150 birrifici agricoli italiani che ne sono soci. Dopo la maltazione (ovvero il processo che genera i vari tipi di malti), il prodotto che ne risulta viene confezionato e rispedito all’Agribirrificio Fria dove entra nel processo di birrificazione.
Ma non è finita qua! Gli scarti di produzione, detti “trebbie”, vengono utilizzati secondo varie modalità per garantire una filiera al 100% ecosostenibile. La prima opzione consiste nel conferimento al panificio Pan&Dolci che li trasforma negli squisiti Agri-crackerini. Tuttavia, poiché fare birra richiede veramente tanto orzo, abbiamo dovuto escogitare altri metodi per smaltire le nostre trebbie: la concimazione del terreno per dar vita a nuovo orzo è la scelta perfetta per chiudere il ciclo, ma poiché gli scarti sono ancora troppi, una parte delle rimanenze viene destinata al nutrimento di animali mentre la restante viene conferita per la produzione di biogas. Di tutto questo siamo particolarmente fieri in quanto possiamo dire che all’Agribirrificio Fria l’orzo non solo cresce direttamente in azienda ma viene smaltito in modo da non sprecarne un solo chicco!!